La storia

Nel 1866 il mio bisnonno Gaspare Pallaoro ereditò lo stabile dei Pizoi da suo padre Giovanni. In un primo momento venne adibito a caseificio per la frazione dei Pizoi e per i masi vicini, che all’epoca era come un’intera famiglia.

In seguito ad uno spaventoso incendio, avvenuto nel 1896, la struttura venne quasi completamente distrutta; rimasero in piedi solo le volte a botte quasi a sfidare l’avverso destino.
Gaspare la volle ricostruire tutto da solo ampliandola con una nuova stalla adiacente all’edificio, rispettando a sua volta la struttura architettonica di un tempo.
In seguito alla morte, avvenuta nel 1903, la struttura passò ai tre figli: Giovanni, Domenica e Giuseppe, mio nonno.

Oggi l’attuale sala ristorazione corrisponde alla vecchia stalla mentre la piccola stube vicina era la legnaia.
Nella parte superiore come pure sopra la cucina , c’era la “tegia”, il fienile.
La famiglia Pallaoro era composta dal nonno Giuseppe, dalla nonna Fiore e dai quattro figli: Maria, Giuseppe, Albina e Domenico, mio padre.

Nel 1923 morì il fratello di mio nonno, Giovanni, lasciando la sua parte di eredità di casa a mio nonno il quale morì nel 1934. La nonna Fiore ormai non c’era più. Zia Maria, zio Bepi, zia Albina e mio padre ereditarono la casa e la abitarono per tanti anni.

Negli anni ’90 ereditai io lo stabile detto anche “Mas dei Rossi” (dai capelli rossicci che aveva mio nonno).
Sono sposata con Dario Paoli e ho tre figlie: Paola, Michela e Marcella e abitiamo nella casa vicinissima al Mas dei Rossi dove avevamo, fino a qualche decennio fa, la stalla.

Costruita quella nuova, finalmente c’era la struttura adatta per realizzare il mio sogno: un agriturismo.
Agritur La Gemma che ha preso il mio nome.

Oggi l’attuale sala ristorazione corrisponde alla vecchia stalla mentre la piccola stube vicina era la legnaia. Nella parte superiore come pure sopra la cucina , c’era la “tegia”, il fienile.